" Dopo cinquanta giorni passati con Mozart, fa piacere immergersi in Rossini.
Non so spiegare il perchè, è come aver trascorso un lungo periodo con qualcuno che vuol essere profondo a tutti costi (peraltro riuscendoci) per poi scoprire d'improvviso il piacere della leggerezza, del divertimento intelligente, della fiaba...come se qualcuno ti dicesse che la vita è semplice, è leggera, come tornare a casa dagli amici che ti mettono davanti un piatto di prosciutto appena tagliato e un bicchiere di vino e ti dicono " bentornato ".
Tre urrà per Mozart, ma evviva anche Rossini, che se si fosse chiamato Joachim Kleinenrot forse godrebbe di maggior considerazione dalle nostre parti e a PezarBurg farebbero perfino le palle di Kleinenrot."
Alfonso Antoniozzi in Appunti e note sparse, 3.V.2006.
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